Nel 1460 venne aggregata, trasformata e con la nuova denominazione di Confraternita di S. Bernardino da Siena, con sede in una chiesa che nel 1576, dopo un periodo di uso
profano e militare, fu ricostruita sull’attuale sito.
La facciata, di
pregevole architettura barocca, risale al 1722 mentre il campanile è
stato costruito nel 1749. Nel 1775 il capomastro crescentinese Serra
spostò l’Altare Maggiore al fine ampliare il coro.
Questo evento diede all’esecutore molta credibilità e lo portò a conseguire il noto trasporto del campanile del Santuario della Madonna del Palazzo (1776).
Nel 1794 la chiesa subì una pesante devastazione interna da parte delle truppe francesi, riducendola ad uso profano. Attività nuovamente applicata nel 1861. L’interno si presenta a navata unica e pregevolmente decorato. Sopra l’Altare Maggiore si può ammirare la pala della Circoncisione, eseguita nel 1667, dal pittore Bartolomeo Garavoglia.
Questo evento diede all’esecutore molta credibilità e lo portò a conseguire il noto trasporto del campanile del Santuario della Madonna del Palazzo (1776).
Nel 1794 la chiesa subì una pesante devastazione interna da parte delle truppe francesi, riducendola ad uso profano. Attività nuovamente applicata nel 1861. L’interno si presenta a navata unica e pregevolmente decorato. Sopra l’Altare Maggiore si può ammirare la pala della Circoncisione, eseguita nel 1667, dal pittore Bartolomeo Garavoglia.
La facciata dell'attuale chiesa è particolarmente interessante per la sua
razionalità e il movimento della parte superiore. La porta è opera
dello scultore serravallese Giovanni Martino Sezzano. L’opera consiste
in 3 pannelli intagliati con elementi vegetali e cristologici, due
pannelli superiori con le raffigurazioni di San Bernardino e San
Francesco, co-protettore della confraternita; e due pannelli verticali
molto allungati detti "cascate", anch’essi con elementi vegetali.
L'interno presenta una sola navata e conserva la tipica unità artistica
settecentesca negli altari in marmo, nella cantoria, nel coro e nei
confessionali.
Nella stessa cantoria si conserva un'altra opera scolpita nel legno dal Sezzano: la Strage degli Innocenti.
Nel primo altare a destra vi è la raffigurazione dell'Adorazione dei Magi della scuola settecentesca del Pontoia, mentre decisamente più antico è l'affresco conservato nel coro nel quale è raffigurato Cristo trafitto dai chiodi. Per lungo tempo la critica ha considerata questa un'opera autografa del pittore vercellese Bernardino Lanino; mentre invece studi recenti sono orientati maggiormente verso l'attribuzione al pittore Moncalvo.
Nella chiesa di San Bernardino è custodita una delle più note "macchine" processionali della tradizione vercellese: "La coronazione di spine", anch'essa opera del Sezzano. L'eleganza squisitamente settecentesca è visibile anche nei delicati ambienti della sacrestia e nel raffinato campanile con le sue arcate aperte a balcone. Infine la chiesa possiede un'ottima acustica e conserva al suo interno un magnifico organo ottocentesco ad opera di Angeli Amati prima, rifatto e ampliato da Pietro Bernasconi poi.
- Testo tratto dal sito “Città e Cattedrali Piemonte Valle d'Aosta”.
- Foto tratte dal web.
Nella stessa cantoria si conserva un'altra opera scolpita nel legno dal Sezzano: la Strage degli Innocenti.
Nel primo altare a destra vi è la raffigurazione dell'Adorazione dei Magi della scuola settecentesca del Pontoia, mentre decisamente più antico è l'affresco conservato nel coro nel quale è raffigurato Cristo trafitto dai chiodi. Per lungo tempo la critica ha considerata questa un'opera autografa del pittore vercellese Bernardino Lanino; mentre invece studi recenti sono orientati maggiormente verso l'attribuzione al pittore Moncalvo.
Nella chiesa di San Bernardino è custodita una delle più note "macchine" processionali della tradizione vercellese: "La coronazione di spine", anch'essa opera del Sezzano. L'eleganza squisitamente settecentesca è visibile anche nei delicati ambienti della sacrestia e nel raffinato campanile con le sue arcate aperte a balcone. Infine la chiesa possiede un'ottima acustica e conserva al suo interno un magnifico organo ottocentesco ad opera di Angeli Amati prima, rifatto e ampliato da Pietro Bernasconi poi.
- Testo tratto dal sito “Città e Cattedrali Piemonte Valle d'Aosta”.
- Foto tratte dal web.