VENERDI' SANTO - Processione delle "MACCHINE"

La processione delle "Macchine"  che si svolge il Venerdì Santo è uno degli eventi che, da secoli, accompagna i vercellesi lungo il triduo pasquale.
Questa tradizione è entrata nella storia e nella cultura della città tanto che, nel linguaggio comune, alcuni proverbi e modi di dire, sono mutuati proprio da quanto accade nell'ambito di questa tradizionale manifestazione religiosa.
Vercelli è un singolare esempio, nella Regione Piemonte, di città in cui si svolge una processione che nel resto dell'Italia Meridionale altro non è che la classica processione dei Misteri del Venerdì Santo.
Le prime notizie sulla processione risalgono al 1759 quando l'allora Arcivescovo Broglia, decise di celebrare in maniera solenne la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Per i primi decenni, la processione si svolgeva il Giovedì Santo ma dal 1833, per volontà dell’Arcivescovo Alessandro d'Angennes fu unificata a quella della Confraternita del Santissimo Crocifisso (non più esistente) nella giornata del Venerdì Santo, e da allora è rimasta un punto fermo delle celebrazioni vercellesi del Triduo Pasquale.
La processione delle "Macchine" è legata alla storia delle Confraternite (nei secoli passati numerosissime a Vercelli).
Ognuna di queste Confraternite aveva una propria "Macchina" (ovvero un gruppo statuario in legno policromo a grandezza naturale) a rappresentare il cammino verso il Calvario e la morte di Cristo.  
La processione esce dalla Chiesa di Sant'Andrea e le statue vengono portate a spalla dai membri delle Confraternite vercellesi.

Le "Macchine" sono in numero di nove:

1 - Gesù nell'orto degli ulivi (Confraternita di Santa Caterina);
2 - Gesù alla colonna (Confraternita di San Sebastiano);
3 - La coronazione di spine (Confraternita di San Bernardino);
4 - Gesù tra i carnefici (Confraternita di Santo Spirito);
5 - Ecce Homo (Confraternita di Sant'Anna);
6 - Gesù con la croce (Confraternita di Sant'Antonio Abate)
7 - Gesù Morto (Confraternita di Santo Spirito);
8 - L'Addolorata (Confraternita di Santo Spirito);
9 - La Crocifissione (conservata in Duomo.

La macchina più antica (oltre che la più pesante da trasportare) è quella di "Gesù nell’orto degli ulivi", di cui non si conosce l'autore ed è datata intorno al 1740, seguita da "Gesù sulla croce" esistente prima del 1759.
La più recente, invece, è l'Addolorata, affettuosamente chiamata "Madonna tremolina" perchè, più leggera delle altre, dà spesso la sensazione di oscillare e tremare durante il tragitto.  
La macchina forse più celebre è quella della "Coronazione di spine". Ancora oggi, per definire una persona malvagia, lo si accosta all'immagine del Giudeo di San Bernardino (e alle persone non attraenti è capitato di ricevere una scherzosa missiva in cui sono invitati, causa rottura della statua a prenderne il posto).
Fino all'inizio del Duemila, inoltre, i confratelli di San Bernardino, partecipavano alla processione incappucciati, scandendo la marcia con colpi di bastone. Questo perchè, anticamente, la Confraternita accompagnava e sosteneva i condannati a morte nel loro ultimo viaggio (nella Confraternita di via Duomo si custodisce ancora il cappio usato per l'ultima esecuzione capitale a Vercelli).


Il percorso della processione non è stato sempre lo stesso: quello attuale si rifà a quello in vigore tra il 1700 ed il 1800. Fino a non molti anni fa, la processione si snodava lungo viale Garibaldi, fermo restando la partenza in Sant'Andrea.
Negli ultimi anni, in piazza Cavour, si tiene una proiezione di immagini sacre.
A seguire la processione, subito dopo le "Macchine", è l'Arcivescovo con una reliquia della  Santa Croce, quindi tutto il popolo.
Siccome spesso ci si spingeva per trovare un posto migliore dove seguire la processione, la folla di fedeli veniva chiamata "compagnia d'j arbuton" (compagnia degli spintoni).




- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dal web.
- Foto tratte dal web.