La compagnia poi cambiò tale titolo in Confraternita di Sant’Antonio Abate
quando nel 1548 ricevettero in gestione l’antica chiesa del Santo,
ricostruita in parte a partire dal XIV secolo.
Ancora oggi si presenta
come un piccolo edificio ad aula unica con un portichetto antistante.
All’interno nel primo altare di destra si conservava una Madonna con
Bambino di Giuseppe Giovenone il Giovane (ora al Museo Leone). Invece a
sinistra, sempre nel primo altare, si conserva un affresco attribuito a
Bernardino Lanino e collaboratori raffigurante il Cristo circondato dai
dolenti.
La confraternita ebbe un’importanza abbastanza grande e il suo archivio a partire dal XVI secolo contava ben 13 cartelle e 20 pacchi di documenti.
La confraternita ebbe un’importanza abbastanza grande e il suo archivio a partire dal XVI secolo contava ben 13 cartelle e 20 pacchi di documenti.
Recenti interventi di restauro nel portichetto antistante hanno portato alla luce stralci dell’antica decorazione.
Nella chiesa di Sant’Antonio Abate si conserva la "macchina" lignea di "Gesù
che porta la croce", di autore ignoto, molto probabilmente anteriore al
1759 in quanto in quell’anno la confraternita, insieme a quella di Santa
Caterina, prese parte alla congregazione delle confraternite cittadine
già dotate di macchina propria.
La croce e la vernice non sono quelle
originali.
Dai registri della confraternita desumiamo che era previsto
un compenso di 1,60 lire per coloro che portavano la "macchina".
- Testo tratto dal sito “Città e Cattedrali Piemonte Valle d'Aosta”.
- Foto tratte dal web.