Successivamente nel 1838, in seguito ad
una epidemia di colera, la confraternita ottenne di assumere anche il
titolo di San Rocco al quale da sempre la tradizione attribuisce la
guarigione dalle pestilenze.
La confraternita si riproponeva di essere
una congregazione di laici volta al conseguimento della “salus animorum”
e vestivano un rustico saio come i frati cappuccini che risiedevano in
San Francesco.
Le fonti storiche ci narrano che la Confraternita di San
Sebastiano, in un primo momento, risiedeva in una piccola chiesetta nei
pressi di Porta Casale all’interno della allora cittadella “la quale
essendo troppo piccola, incomoda, ed eccessivamente costosa per
l’affitto del terreno, … sotto l’episcopato di Mons. Giov. Stefano
Ferrero si costruissero la chiesa nel sito attuale”. (R. Orsenigo, Vercelli Sacra, 1909)
La chiesa odierna dipende dalla parrocchia di San Paolo e conserva al suo interno un prezioso esempio di manierismo seicentesco rappresentato dalla pala posta dietro al coro raffigurante il martirio di San Sebastiano sovrastato dalla Vergine a mezza figura, avente ai lati Sant’Eusebio e San Rocco dipinta da Francesco Bianco, allievo di seconda generazione del Morazzone (pittore del 600 lombardo attivo molto attivo tra Piemonte Lombardia e Liguria).
La chiesa odierna dipende dalla parrocchia di San Paolo e conserva al suo interno un prezioso esempio di manierismo seicentesco rappresentato dalla pala posta dietro al coro raffigurante il martirio di San Sebastiano sovrastato dalla Vergine a mezza figura, avente ai lati Sant’Eusebio e San Rocco dipinta da Francesco Bianco, allievo di seconda generazione del Morazzone (pittore del 600 lombardo attivo molto attivo tra Piemonte Lombardia e Liguria).
Infine ancora oggi,
all’interno della chiesa, è collocata una delle “macchine” della
tradizionale processione cittadina che si svolge ogni anno, raffigurante
Gesù alla colonna. La statua è annoverata trai beni della confraternita
fin dall’inventario del 1773 ed è appartenuta prima alla Confraternita di
San Nicola.
- Testo tratto dal sito “Città e Cattedrali Piemonte Valle d'Aosta”.
- Foto tratta dal sito “Città e Cattedrali Piemonte Valle d'Aosta”.
- Foto tratta dal sito “Città e Cattedrali Piemonte Valle d'Aosta”.